Ormai l’intelligenza artificiale sta sempre più prendendo piede nella vita delle aziende e non solo, ma anche nella vita di tutti i giorni della maggior parte delle persone. Per intelligenza artificiale (conosciuta anche con l’abbreviazione IA o dall’inglese “artificial intelligence” o AI) si intende la capacità di un qualsiasi sistema informatico di riprodurre capacità e comportamenti tipici degli esseri umani. Tra queste capacità è possibile trovare, ad esempio: la creatività, il ragionamento, la pianificazione e l’apprendimento. L’intelligenza artificiale è quindi in grado di relazionarsi con l’ambiente circostante e, in base a ciò che percepisce, risolvere problemi o azionarsi per raggiungere un obiettivo specifico.
Nella vita di tutti i giorni stiamo già utilizzando vari tipi di intelligenze artificiali, magari senza rendercene conto. Fatto infatti parte di questa branca gli assistenti vocali digitali di computer e smartphone come Alexa, Siri o l’assistente vocale di Google, che hanno talvolta dei nomi di persona proprio per essere ancora più “umanizzati”. Esistono ormai anche elettrodomestici “intelligenti”, come aspirapolveri, frigoriferi ed orologi. I banner pubblicitari che vediamo in rete e che ci suggeriscono prodotti e servizi in base ai nostri interessi e alle nostre ricerche, sono sempre frutto dell’intelligenza artificiale. L’IA viene utilizzata anche nei veicoli a guida autonoma e nei robot specifici per l’agricoltura intelligente (robot per irrigare, diserbare o nutrire gli animali) e nei robot per le fabbriche.
Tipi di intelligenza artificiale: forte, debole, machine e deep learning
Dal momento che l’intelligenza artificiale dovrebbe funzionare quasi al pari del cervello umano, dovrebbe essere dunque in grado di: agire come un essere umano (in maniera autonoma), pensare come un essere umano (utilizzando le proprie funzioni cognitive per risolvere un problema), pensare in maniera razionale (in maniera logica, al pari di un essere umano) e agire in maniera razionale. Partendo da questi presupposti, si è giunti a fare due diverse distinzioni tra i tipi di intelligenza artificiale: l’intelligenza artificiale debole (o weak AI) e l’intelligenza artificiale forte (o strong AI). L’IA debole è in grado di simulare determinate funzioni cognitive umane, ma non riesce a raggiungere le sue stesse capacità intellettuali reali. L’IA forte, invece, riesce a essere completamente autonoma e a sviluppare un’intelligenza propria che non emuli quella umana.
Fatto ciò è possibile anche fare la distinzione tra machine learning e deep learning. Il termine machine learning in italiano significa letteralmente “macchine che imparano”. Si tratta quindi di macchine e di software che sono gestiti da algoritmi che sono in grado di processare una grossa quantità di dati. Si tratta quindi della fase “di base” per riuscire poi a elaborare le informazioni ricevute e a risolvere i problemi. Il deep learning, che in italiano significa letteralmente “apprendimento profondo”, è un sottogruppo del machine learning. Questo genere di macchine, riesce a fare tutto in maniera autonoma (individuando, estraendo ed elaborando i dati) senza l’input dell’essere umano.
Esempi e applicazioni dell’intelligenza artificiale
Una delle aree di impiego dell’intelligenza artificiale che sta prendendo sempre più piede negli anni è sicuramente quella del marketing. Gli assistenti vocali e virtuali, come ad esempio quelli menzionati in precedenza (Alexa, Siri, Chatbot, Cortana, ecc.), sono in grado anche di studiare i comportamenti e le abitudini online degli utenti. Grazie a ciò riescono a migliorare anche l’esperienza di acquisto e a fornire campagne di marketing che siano in grado di attrarli e di aumentare le conversioni per le aziende e gli shop che hanno bisogno di vendere. Pertanto, è nata anche una nuova e apposita branca del marketing: l’Artificial Intelligence Marketing (AIM). Questa branca si pone come obiettivo quello di far compiere un’azione all’utente (la classica “call to action”) come ad esempio: acquistare un prodotto o accedere ad un servizio.
Un esempio tangibile di questa innovazione è l’uso di software di AI Copywriting, che utilizzano algoritmi avanzati per generare testi persuasivi e coinvolgenti in modo automatico. Questi strumenti sono particolarmente utili per la creazione di contenuti pubblicitari, articoli, e-mail marketing e persino script video. L’IA può analizzare dati demografici, tendenze di mercato e il comportamento degli utenti per adattare il messaggio in modo mirato, migliorando l’efficacia delle campagne pubblicitarie e risparmiando tempo prezioso per i professionisti del marketing. Con sempre più aziende che abbracciano questa tecnologia, il software di AI Copywriting sta dimostrando di essere un esempio eccellente di come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per ottimizzare le strategie di comunicazione e ottenere risultati significativi.
I sistemi di intelligenza artificiale sono diventati fondamentali anche nella sanità, per aiutare le persone con disabilità (assistenti vocali per non vedenti o che permettono la comunicazione a chi non è in grado di parlare, ma anche nella diagnosi e cura di tumori e malattie rare. L’IA è molto apprezzata anche nell’ambito della cybersecurity e della lotta al cybercrime. Proprio questo ha consentito la sua applicazione anche nella tutela della sicurezza pubblica.Tra le branche di applicazione dell’AI troviamo anche gli “autonomous vehicle”, qualsiasi vicolo a guida autonoma su strada, acqua o aria. Rientrano in questo ambito anche gli “autonomous robot”, i robot autonomi, che possono essere più o meno antropomorfi, e gli “intelligent object”, gli oggetti intelligenti che sono in grado di prendere decisioni in maniera autonoma senza il bisogno di richiedere l’intervento dell’essere umano.